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I colleghi


di Elisic
26.02.2019    |    32.144    |    19 9.7
"E poi cominciò a cavalcarlo lentamente e con voluttà, Carlo si inginocchiò dietro di lei e cominciò a mordere i glutei e leccarle il buchino, era in estasi, ..."
Simona finalmente era sola, il figlio era partito per la gita scolastica, il marito fuori per lavoro, doveva pensare solo a sé stessa. Poteva invitare a cena le amiche senza preoccuparsi delle lamentele del figlio.
La prima sera però era troppo stanca, così con Anna si misero d’accordo per la sera dopo.
A vederle nessuno avrebbe detto che potevano essere amiche, lei riservata, sobria nel vestire, di poca confidenza anche se fisicamente, malgrado i 50 superati da un po’ era in splendida forma. Non era alta ma non era ingrassata, solo il sedere si era ingrossato e se a lei non piaceva dai commenti dei colleghi aveva notato che era molto apprezzato. non aveva quasi cellulite, e il grande seno manteneva ancora una forma invidiabile. Anna estroversa, vistosa nel vestire e nei modi compensava con l’apparenza la minore prestanza fisica.
Avevano rafforzato la loro amicizia dopo che il compagno di Anna l’aveva lasciata e ormai erano inseparabili.
Mentre il pomeriggio si trascinava stancamente e pensava solo al momento di andare a casa e rilassarsi ricevette la telefonata di Anna. Che col suo fare leggero e sbarazzino le chiese se le dispiaceva andare fuori a cena visto che c’erano due colleghi in trasferta e le dispiaceva lasciarli soli.
Simona non aveva nessuna voglia di uscire e anche se la cosa la metteva un po’ disagio le disse: perché non venite tutti da me?
Anna: “Non voglio che ti disturbi troppo, cucinare per quattro”
“Non preoccuparti, ti dirò mi preoccupa più sistemarmi per uscire che cucinare”.
“Non preoccuparti sono molto alla mano puoi vestirti da strega come al solito” le rispose Anna e scoppiò a ridere
“Ci vediamo alle otto stronza” le rispose Simona ridendo
Tornata a casa si mise in libertà, preparò la cena e mentre aspettava si preparò un aperitivo.
Poi poco prima delle otto, rilassata dall’alcol, per decenza decise di cambiarsi, si mise un leggero vestitino estivo, colorato, scampanato e con la gonna sopra il ginocchio, con una scollatura che metteva in evidenza il suo seno. Si diede una sistemata ai capelli e un leggero trucco, si guardò allo specchio e si disse che tutto sommato non era male.
Con il solito ritardo arrivò Anna con i colleghi, invase la casa con la sua allegria, Simona resto di stucco, si aspettava i soliti due noiosi e sciatti cinquantenni e invece Anna si presentò con due ragazzoni che tutto sembravano meno che colleghi. La fulminò con uno sguardo di fuoco come a dire: ma chi sono questi?
Anna ridendo e scherzando fece le presentazioni, i due venivano da una filiale acquisita da poco. Saranno stari alti quasi uno e novanta, spalle larghe, abbronzati, di due bellezze diverse Carlo biondino occhi chiari una bellezza più delicata. Marco, moro occhi scuri più selvaggio. Simona era colpita. Avevano in mano un paio di bottiglie di vino a testa, Simona ripresasi dallo stupore iniziale prese due delle bottiglie e si avviò verso la cucina per metterle in frigo, l’altro ragazzo la segui, lei gli disse di lasciarle sul tavolo e gli disse di accomodarsi in salotto. Chiamo Anna per farsi dare una mano. Appena arrivata le chiese sottovoce: “ma dove li hai trovati?” “Veramente sono colleghi?” E Anna: “Ti ho sorpresa eh? E sono anche simpatici”.
Tornarono in salotto con quattro bicchieri e una delle bottiglie, “Simona è una splendida padrona di casa e una bravissima cuoca” disse Anna, il moro guardandola con occhi di fuoco disse: “e non solo…”
Simona arrossì leggermente ma l’aperitivo l’aveva resa più rilassata e incassò il complimento con un sorriso.
Brindarono alla serata. L’alcol scorreva veloce tanto che aprirono la seconda bottiglia, e non avevano ancora cominciato a cenare. Poi Simona si scusò dicendo che doveva finire di preparare, Anna restò a intrattenere gli ospiti, tornata con il primo piatto e scusandosi per la cena semplice trovò i tre che scherzavano e ridevano. I ragazzi erano simpatici e la cena trascorse piacevolmente, grazie anche al vino che scorreva a fiumi, non solo avevano finito le bottiglie portate dai ragazzi ma ne avevano stappate altre due. Simona reggeva bene l’alcol ma si sentiva leggera e rilassata ed anche un po’ eccitata. Durante tutta la cena Marco non aveva smesso di penetrarla col suo sguardo intenso, la guardava prima negli occhi e poi spudoratamente le fissava il seno. In condizioni normali lei avrebbe arcuato un po’ le spalle per nascondere il seno prorompente ma non quella sera. Ogni volta che Marco abbassava lo sguardo verso il suo seno lei raddrizzava le spalle mettendo in mostra il suo florido decolté. Il giochino le stava piacendo così tanto che l’eccitazione le aveva fatto inturgidire i capezzoli che facevano bella mostra di sé attraverso il sottile tessuto del vestito. Alla fine della cena disse a tutti di accomodarsi in salotto mentre lei rassettava un po’, Anna disse che non ce la faceva ad aiutarla ed anzi avrebbe avuto bisogno d’aiuto per raggiungere il divano. Carlo le cinse la vita e la portò sul divano, lei si incollava a lui in maniera non proprio casta, Simona con un sorrisetto si diresse in cucina. Mentre metteva a posto i piatti nella lavastoviglie arrivò Marco con un carico di roba e dopo un fischio di apprezzamento per la visione di lei piegata in avanti chiese: “Dove la metto questa?” Lei gli indicò il lavello ma mentre si dirigeva verso il lavello, lei non sapeva dire se l’avesse fatto apposta, le strofinò sul sedere il pacco gonfio.
La cosa la turbò, non perché lo trovasse inopportuno ma perché le aveva provocato dei brividi. Era ancora piegata a sistemare quando lui tornando indietro si appoggiò nuovamente dietro di lei e la tirò su, lei si appoggiò morbidamente su di lui mentre lui l’abbracciava e la accarezzava il seno, sussurrandole in un orecchio: “Sei splendida” poi la strinse da dietro tra le sue forti braccia e la sollevò: “Adesso basta lavorare, vieni in salotto anche tu”.
Lei si dimenò ribellandosi scherzosamente ma si rese conto che sentire quelle braccia possenti che la sollevavano e il contatto con l’uomo la stavano sconvolgendo. Mentre si agitava tra le braccia dell’uomo arrivarono in salotto. Li trovarono Anna e Carlo che si stavano scambiando delle effusioni non proprio caste. Rivolgendosi a Marco disse “mi sa che qui disturbiamo”, lui sorridendo “non ti preoccupare ci mettiamo dall’altra parte e non disturbiamo”. Sentire oltre al corpo dell’uomo la sua eccitazione appoggiata sul fianco le stava facendo perdere ogni inibizione. Che le stava accadendo? Lei una donna sposata che si era sempre occupata a figli e della famiglia senza pensare ad altro si stava lasciando andare con uno appena conosciuto e a casa sua….
Marco si sedette sul divano con lei in braccio, adesso era seduta proprio su quel gonfiore che le spingeva sul sedere, le mani di Marco che prima la cingevano alla vita per sollevarla, erano risalite fin quasi ai seni, lei quasi non si ne accorgeva perché era ipnotizzata da quello che stava accadendo accanto a lei, Anna la gonna completamente sollevate dalle carezze di Carlo, un seno scoperto, aveva gli aveva tirato fuori il sesso e lo stava baciando e leccando, ma la cosa che la lasciava esterrefatta era la dimensione di quel sesso.
Marco nel frattempo era risalito fino ai seni glieli palpava, le stuzzicava i capezzoli turgidi, si sentiva come in una nuvola, le baciava il collo e le mordeva i lobi delle orecchie.
Accortosi dello sguardo di lei sul sesso di Carlo, cominciò a sussurrarle all’orecchio: vedo che ti piace il cazzo di Carlo, lei rispondeva alle carezze strofinandosi su di lui sul suo gonfiore in trance gli rispose come se fosse la cosa naturale “è enorme, non è ho mai visto uno così grosso”, lui “ti piacerebbe giocarci, vero?”, “sei un porcellino” civettò lei. “Immaginati un cazzo più grosso di quello con cui giocare” rilanciò lui, “Non riuscirei a prenderlo come fa Anna”, Marco era sceso con le mani tra le sue cosce ed era risalito fino alle sue mutandine trovandole bagnate, lei allargo le gambe per dargli spazio, lui gliele scostò e la penetrò con un dito, brividi di piacere le si diffondevano per tutto il corpo. Poi la adagiò sul divano accanto a lui, si sbottonò i pantaloni e tirò fuori il sesso, era lungo come quello di Carlo ma largo il doppio, “oddio” le scappo dalla bocca.
Lui le mise una mano sulla testa e la spinse verso quel mostro, lei cominciò a baciarlo e leccarlo, mentre lo teneva alla base con la mano, non si azzardava a prenderlo in bocca era troppo grosso. Ma lui la spinse ancora più in giù e fu costretta ad aprire la bocca per cominciare a ingoiarlo. Mentre era impegnata da quel mostro sentì che qualcuno la stava accarezzando e non era Marco visto che mani erano una sulla testa e l’altra sui seni.
Ma non le importava, le stava piacendo. Era riuscita a prenderne quasi metà in bocca quando sentì che sulle sue parti intime alle mani si era sostituito qualcos’altro e quando si senti allargare capì che Carlo l’aveva penetrata da dietro. Ma dove era finita Anna? Non poteva girarsi, Marco teneva la sua testa piantata sul suo sesso.
I colpi di Carlo la spingevano sul sesso di Marco e in breve la portarono all’orgasmo.
Marco a quel punto le sollevo la testa e la fece girare verso Carlo, adesso capiva, Anna si era addormentata. Marco le appoggiò il suo sesso tra le grandi labbra e glielo spinse dentro, le mancò il respiro, era come se fosse stata penetrata per la prima volta, si sentiva allargare riempire come mai prima. Adesso fu il turno di Carlo di afferrarle la testa e spingerla verso il suo sesso ma dopo quello di Marco adesso per lei era un gioco da ragazzi.
Sentiva che un nuovo orgasmo stava montando dentro di lei e proprio al culmine, mentre il piacere le esplodeva dentro senti i due ragazzi che le scaricavano dentro il loro piacere.
Dopo qualche istante i due seduti di fianco a lei cominciarono a baciarla e accarezzarla. Le venne naturale allungare le mani e accarezzargli il sesso, non più duro ma ancora notevolmente gonfi. Le carezze e i baci la stavano facendo eccitare di nuovo e i cazzi nelle sue mani si stavano inturgidendo nuovamente.
Marco l’attirò a sé facendola sedere a cavalcioni su di lui, lei scese lentamente sul suo palo fino a prenderlo tutto dentro. E poi cominciò a cavalcarlo lentamente e con voluttà, Carlo si inginocchiò dietro di lei e cominciò a mordere i glutei e leccarle il buchino, era in estasi, ogni tanto guardava Anna che dormiva e sorrideva dentro di sé. Poi Carlo le appoggio il sesso sul buchino e cominciò a spingere, lei non l’aveva mai preso dietro ma era talmente eccitata che lo lascio fare. In breve, anche Carlo fu dentro di lei. I movimenti dei due ragazzi erano in sincronia e la portarono all’ennesimo orgasmo, questa volta più intenso e profondo, i due però non si fermarono e continuarono a scoparla con sempre maggiore forza.
Quando si girò nuovamente verso Anna si accorse che si era svegliata e la stava guardando con gli occhi sgranati, capì quello che stava pensando, la sua amica tanto pudica e fedele che le aveva fatto tante ramanzine sul suo modo di vestire e comportarsi si stava facendo scopare in una doppia penetrazione da due ragazzi appena conosciuti sul divano di casa sua, dove vedeva I film col marito e i figli.
Simona mentre cavalcava i due splendidi cazzi la guardò con un sorriso estatico che non le aveva mai visto. Affascinata da quel sorriso Anna si avvicinò ai tre e la bacio in bocca. Mentre le accarezzava lo splendido seno.



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